23 aprile 2006

8360-menù Kipik

http://www.kipik.be/

...oltre all'orologio che si vede nel sito, che ho realizzato "realmente"(oltre ad una decorazione murale e piccoli menù peperoncini),
tanto per restare in tema di manualità, sinonimo di cose buone e piccanti in quanto ultravive,
ecco il Menù dei vini, altro OttoMade...


La frase scelta nella pagina di sinistra aprendo**

"L'Ambrosia degli Dei che si decanta, nun è che malvasia che si produci da na'viti ch'a Lipari si chianta (Abate Meli)"

giusto per

**

8360-nonChernobyl

Balle.

Balle d'aria che hanno distrutto una generazione di russi e non solo.

Balle troppo reali e drammatiche.

Chernobyl.

Ricordo che all'epoca stavo all'Isas
(Istituto Statale D'Arte di Sorrento), e quasi infischiandocene degli avvisi e le precauzioni ce ne andammo al mare(io e quelli che preferivano-alcune volte-il mare della Regina Giovanna alla scuola)...si parlava tanto di Stronzio ed in qualche modo era normale che ci adeguassimo!

Il problema è alla base.

Chi mi conosce o ha preso il tempo di leggermi lo sa;
sono al limite dello "schifosamente romantico";
nel senso che odoro finanche l'olio che immancabile mi rimane tra le dita quando sfioro uno dei miei gioielli meccanici...(de gustibus...).
La mia posizione verso il progresso, le vertigini che crea il distacco dell'umano dall'uomo...
In qualche modo, ciononostante, quasi giustifico quello che è accaduto, o almeno lo considero, per come sì sono messe le cose, inevitabile.
La corsa si è intrapresa e inutile a dirsi, farà come a fatto "morti eccellenti".

Traversare la vita come viaggiatori o viandanti entrambi viventi.

L'unica "v" che possa far pensare alla vittoria.

Fuma sottile
come pioggia
trafigge
i pensieri remori
al dì che traspare.
Fugge
anche l'ultimo
ignorante
mentre il saggio,
sotto un portico
qualunque
fuma
il suo
ultimo respiro
sereno





03 aprile 2006

8360-NyC

ok
sono il primo a menarmela se qualcuno,
magari fra tutti i suoi compagni e per un semplicistico copiaincolla, m’inviasse la cronostoria del suo ultimo “esotico viaggio”.
Decido che la blogghizzazione sotto questo aspetto è sana come la masturbazione, automatismo senza invasione, quando per necessità virtude…
E se la chitarra echeggiante e la sua voce pure, che potere della tecnologia rimarrà(fortunatamente)anche ai posteri, di John Lee Hooker, mi scandisce i tempi, o almeno accentua la sgretolazione, il tripudio del casuale, mi basta fermarmi un attimo, focalizzare o meglio risentire l’aria fresca e magica, la sacralità incredibilmente intatta del Central Park…

come se l’avanzata inesorabile del progresso l’avesse risparmiato sul punto di distruggerla;

come se, inspiegabilmente tutto si fosse fermato nell’attimo prima dell’attacco finale…










ero lì magneticamente attratto
da quelle pietre neromonolite,
rugosi dorsi d’una qualche balena preistorica, anche lei fossilizzata nel momento della ripresa degli abissi, l’attimo dopo un ossigenazione profonda o la visione d’un qualche pericolo in superficie…
Manhattan…isole di colline per gli indiani Munsee…grattacieli ed obiettivi terroristici negli ultimi tempi, eppure solo un attimo se confrontato all’arcistoria di quelle rocce.
Sedersi su quelle pietre significa aspettare un passaggio, preda nemico o incontro che sia.

Fuori da qualunque logica temporale…

Non c’è alcun’infrastruttura umana fastidiosa, tutto come ad equilibrare il circondo di gran lunga troppo pieno ma altrettanto affascinante.

Potrei fermarmi qui.
Solo qualche foto giusto per…