14 giugno 2006

8360-toro

...granata
che chi bazzica in colori, sa benissimo essere un misto di rosso, nero e magari una puntina di giallo e bianco.
Il rosso che per antonomasia è la passione che scurendosi, come il sangue passa in crosta, è segno di sofferenza e coraggio, d’una piccola vittoria , pur momentanea, della vita sulla morte.
granata per strano o magari ovvio destino quando nel 1976 (avevo 7 anni) il Toro vinceva il suo ultimo scudetto.
Allora non potevo immaginare che si poteva barare, che un arbitro fosse di parte, che ci fosse da combattere per la pagnotta e la passera...(ma questa è un'altra storia...).
Torino che è una città che ho solo intravisto, ed il Toro, animale fiero e potente, sagoma lignea ricorrente d’un viaggio in 2cv in Spagna, ed in foto incolpevole martire di corride e toreri.
Poi, il tempo passa, ed al calcio giocato e tifato come sfogo infantile quasi imposto, si smorza si ridimensiona…ma
Stranamente, pur prendendo larghissime distanze da orecchini e tatuaggi o scarpette fosforescenti d’uno sport che faccio fatica a riconsiderare, da tutto quello che “orbita e meteora”, non posso non essere felice per l’ultima impresa-emozione che solo Il Torino, che adesso si chiama F.C. sa regalare.
Qualunque sia la prossima serie A, con tutti i dubbi di cui sopra, onore e merito a qualcosa di illogico ma necessario, la vittoria degli spareggi e la conquista della massima serie.
Che alla luce delle ultime tristi vicende, diventano una risposta concreta ed un esempio da seguire.
(anche se zappare la terra, anche solo per ripulirla sarebbe molto meglio!)