Poi
scrivo a zozo.
Il tempo
di ritrovarmi, che mi riperdo.
Poi il
senza senso...
quello del
dirti, dicendomelo.
Quello
Ed il
sorriso,
con cui
credo di rivedermi
quello che
sento
e che
provo a comunicare in un altro modo
senza
parole
senza
inutili fottute ingannevoli
intraducibili,
indimenticabili
indiane
>capelli
al vento, corpi immobili, occhi neri, tramonto dietro<
parole.
...
Parliamone,
vieni a prendere un the
un the nel
Sahara
con me...
non ci
sarò,
ma tu
accomodati
fai come a
casa tua...
non é per
paura,
ne astio
ne
pantomimia
>neo
ascetico<
non é
per
indicibile
inconfutabile
leggerezza
ne per
ignavia
ne l'uno
ne l'altro
i
centomila,
e le loro
ombre sottili
no.
credo
sia per gioco