29 dicembre 2011

8360-Piepf 5

Piepf 5


E se,

quelli che vogliono specificare

le cose non dette

le cose inesplose

quelli degli aggettivi facili

dei gerundi

delle bandiere

degli stendardi

dei punto io e non tu,

quelli che si credono

e se...

come tutti figli

della stessa mamma

sempre fertile

mai sopita ma solo supina

si ritrovassero

quelli che,

tutti sulla stessa isola

che quasi quasi

t'immagini

>m'immagino<

sarebbe...


...ma gli inghi conoscono i dani,

i schi gli stani,

i lani...

i cani?


(tutti umani)


8360-Piepf 4

Piepf 4


E poi,

il poi.

Come conseguenza,

illogica,

balbuzziente

eppur vera

titubante

eppur certa

il poi,

anche un sorriso,

che,

dirsi addio,

non ha senso;

dirsi certe cose,

come petali alle rose

mentre volteggiano

odori e colori,

urlati al vento...

l'attimo che val la pena

tra la vita, tra la morte

trasparenze...

di noi.


8360-Piepf 3

Piepf 3


E se pure;

e se pure nello sbaglio d'uno slancio

dovessimo

per congiutture e chissà

quali combinazioni astrali

dovessimo,

appunto,

in quanto noi...

un noi lontanissimo

improbo e microbo

come di quelle strane

collisioni dagli effetti

collaterali

>collaps freedom<

sbeng

sdriiindabadabadammm!


Gli incidenti mortali,

non dovrebbero generare,

sorrisi,

ma sorry

a me,

la cosa mi scompisce.

(e rido)


8360-Piepf 2

Piepf 2


bello parlare lontano,

parlarti

come un mito

distante inafferrabile

frutto d'una follia

tecnologica

d'una logica che tu fuggi


é nel vento

le parole, revolution

le parole, love

é li che si diffondono

e confondono

>io lo so<

non so niente


e poi

gli occhi resistono

alle ombre sussistono

e come luci

possono guidare anche me

il me lontano

in the darkness


ed un brivido

senso profondo

d'un altro me

quello che continua

anche senza

di te...


8360-Piepf 1

Piepf 1


Seratum

sera

grilli e cani

stordiscono

eloquenti


io faccio un giro

tra me ed il net

io vivo d'aria

e di cibo

e vivevo d'amore

>forse<


poi un senso

quello che credevi perso

riprende la retta via,

che il sudore e la polvere

possono più di guaritori

e vincite


ed il senso delle cose

ritorna invisibile,

e lascia ancora stupendamente sbalorditi,

come se non bastasse mai,

un' alba o un tramonto,

come se l'ultimo muro preso

non avesse lasciato il segno...


e nella sua magnificenza,

la vita imperterrita,

spudorata, fragrante,

continua a vivere,

come la morte fredda e muta

a morire...


8360-Per incanto e per furore- Piepf 0

canzone consigliata per la lettura, Leonard Cohen, Dance Me To The End Of Love, da Various Positions

Per incanto e per furore,

é il titolo che ho deciso, last minute, per una raccolta di pensieri scritti,

chissà quanto varia e ricca,

se il vento non cambia, e se mi ricordo di farlo, e se...;

é finanche troppo esplicito, il titolo, ma in fondo é giusto cosi';

il tempo pressa, essere sintetici, rapidi...giasai!

qui mi viene da ridere ed inutile a dirsi farei ultra slow...mah, chi mi conosce (chi?) lo sa,

con me é vero,

soprattutto il contrario!

Detto questo, anzi scritto,

l'incanto é un attimo, come una scoperta magica, che resta più nella memoria che nella realtà...

é qualcosa che se fosse materia sarebbe agli antipodi dell'inox, per non dire semplicemente, l'antimateria...

L'incanto é di fatto pura poesia, quella zen, istante-pensiero, distante, vicinissimo.

E' anche l'esercizio all'attenzione, per questo sano, in questi tempi, dove come mosche si dovrebbe ultravedere...

Furore, frazione di Amalfi...No, ma anche (pourquoi pas?);

...furore come energia fiammeggiante, più che polvere, schegge;

attimo di superamento, come slancio insperato, e disperato;

non riflettuto, ma riflesso d'un qualche io posteriore, che nei momenti di pericolo, di bisogno fuoriesce come instinto di sopravvivenza.

Per incanto e per furore (piepf), come gli antipodi, opposti,

v i c i n i s s i m i.


Otto in qualche parte nell'oceano pacifico dicembre 2011

27 novembre 2011

8360-Pensiero all'Italia...

canzone consigliata per la lettura, Lucio Battisti, Don Giovanni, da Don Giovanni(1986)

Un pensiero all'Italia...da issimo, che é lontanissimo e vicinissimo...


Non esultare se si perde, se qualcun altro perde...

quando a perdere é un governo che é o era la maggioranza; perché se una metà si considera vincente nella cosa, un'altra é perdente, e l'Italia é entrambe!

Prendere la cosa, il fatto come un dato;

perché in questi casi, di crisi di difficoltà, bisogna esser lucidi, aprire gli occhi;

scendere in piazza, nelle strade per riprendersi il territorio, in maniera semplice, efficace;

essere presenti, semplicemente.

Trovare, o "fabbricare" un politico, che non sia una guida, ma un rappresentante d'un pensiero urgente ed ungente;

che il tempo deglie eroi, dei superuomini é finito, é stato troppo sottolineato dalla storia come e quanto sia pericoloso (ma la storia si sa, é ciclica...);

un rappresentante che sia discreto, che non abbia frustrazioni da diva*, lo metto al femminile per accentuare un concetto, che in se non é negativo, anzi, é il contesto, la politica, quella seria, quella urgente, che é diverso, e di fatto *inadeguata...

che sia qualcosa di austero, quasi ascetico, che sia agli antipodi di tutto quello visto fino ad ora;

rappresentante d'un pensiero, un pensiero che si dovrebbe " fabbricare" in maniera spontanea, naturale...

un pensiero che sia più o meno cosi':

"Non siamo in guerra, non c'é nemico, da abbattere, denigrare, offendere;

c'é una situazione di emergenza, territoriale, in quanto difesa dell'ambiente ed in generale, emergenza su tutti i punti che duolono in questa epoca di specializzazione, di esaltazione del superfluo, di perdità di identità, semplicità, buon senso...il nemico siamo noi, il nostro automatico egoismo, l'innato tentativo e tentazione verso e del potere, l'esercizio dello stesso sul più debole;

una guerra, la vera, contro la nostra stessa"strana natura", animale uomo, immagine e somiglianza di tutti gli quegli esseri superiori, a cui si riferiscono le diverse religioni, che parlano di pace, di rispetto...e, guarda caso seminano solo vento e conseguente, tragica inesorabile tempesta;

una goccia necessaria, il buon senso, per risvegliare i lumi, ridare un senso ai 2011 anni di storia, di storie...

La storia siamo noi, cantava De Gregori, io aggiungo, estremizzando il concetto, la storia siamo noi, italiani, perché la storia é passata é vero ovunque, ma é innegabile che da noi, sullo stivale, un po in più...non é un gioco a chi c'é la più...é una presa di coscienza necessaria, una forse scintilla per svegliare dal torpore, dal teletorpore...(ecco se un appunto va fatto al colui che lascia, é questo; che é di fatto, ovviamente, anche la punta dell'iceberg...).

L'ITALIA dovrebbe essere il centro dell'Europa, in quanto é il centro del Mediterraneo, che é il bacino, il catino della storia di questa parte del globo;

detto questo, e non me ne vogliano i miei coinquilini del mio attuale "residence", "i Belgici", meriteremmo largamente quello che loro, i soprastorpiati e beneamati, non sanno tenere, in preda come sono, di isteriche, ridicole ed anacronistiche lotte di principio, tra comunità che obbiettivamente, stanno come l'acqua al fuoco; l'Italia meriterebbe la sede di quella istituzione, la commissione Europea, che cerca di esisteree resistere tra ben più gravi problematiche, proprio su di un terreno, il Belgio, troppo instabile e minato, soprattutto dalla demenza d'una certa politica che é rappresentante d'una non troppo dissimile fascia di pubblico, demenza, che é a oggi il peggiore dei mali per una società che vuole tentar d'esser civile.

E' da una tale giusta rivoluzione, che potrebbe rinascere, già la parola mi fa sognare "rinascere", il Nuovo Rinascimento...

Se qualcuno già si esalta, e magari rispolvererebbe con piacere, dalla bandiera agli inni, che fanno strana rima con gli Unni (che comunque proprio Barbari non erano...) lo stoppo subito.

Io non sono nazionalista.(Habere non haberi)

Sono Terrestre, Italiano, Campano e Stabiese per nascita ed annessa indotta cultura, ed ho abbastanza viaggiato, per sensibilità e curiosità, oltreché vissuto ad oggi 10 anni tra Parigi(3) e Bruxelles(7), e da un anno padre, per lasciare ad altri, baldanza, ottusaggine ed annessi;

credo che la merda puzzi ovunque, e che se fosse ancora naturale, comunque servirebbe ovunque;

che ogni mondo é paese, e viceversa; che non si puo' più pensare al proprio orticello, perché "l'onda lunga" colpisce indistintamente tutti.

La scintilla...e poi?

Poi come sopra, riprendersi il territorio, fisicamente, abbandonando divani e televisioni, (utilizzando altresi' l'oramai indispensabile net, come o anche, sorgente d'informazioni, di ricerca attiva), scendendo in strada e di fatto boicottando quel mondo edulcorato, finto, e causa in buona parte, di questi lustri oscuri che é il sonnifero del teleschermo, e mettere mano, cuore, occhi, polmoni, in gioco...

immaginarsi d'attendere la visita d'un illustre familiare, o che ne so io, di Leonardo da Vinci, ed accoglierlo, una di quelle accoglienze da togliere il fiato, per tutti i viali e le piazze, una di quelle feste che ci facciano ricordare e ricordino agli altri, che l'Italia é il paese della festa, dell'accoglienza, dove natura e uomini finalmente alleati, aspettano i viaggiatori meno fortunati, quelli che vivono nelle lande tra venti e ghiacci, tra interminabili e monotone variazioni di grigio...(e che non conoscono gli alberi di limone)"

E non smettere, nel dubbio di riscoprire le nostre origini, che senza presunzione ne vanto, possono darci suggerimenti, consigli, riflessioni (o chiamale se vuoi...emozioni)


Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

Eugenio Montale "I Limoni"


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare

Giacomo Leopardi "L'Infinito"


Audentes fortuna iuvat

Virgilio "Eneide"


Ciao

Otto "Per incanto e per furore"

11 ottobre 2011

8360-Siate affamati, siate folli...

canzone consigliata per la lettura, Keith Jarrett, Part I, daThe Köln Concert

Quando muore qualcuno, provo sempre dispiacere;

aldilà dell'importanza, di quello che si é fatto in vitam...

anche perché tutto é relativo;

(penso a quella frase: i cimiteri sono pieni di persone indispensabili...)

certo che fa una certa impressione quando questo qualcuno fa la notizia, e che alcune sue frasi diventino poi icona del momento, ed una sorta di post scriptum da lasciare ai posteri...siate affamati, siate folli;

mmm...

dovrei già dire che in generale diffido;

voglio dire, sono uno che pensa e pesa solo se qualcosa non mi prende al primo colpo o qualcuno al primo sguardo...cosa che ovviamente capita raramente( e mai per “oggetti status”), e fortunatamente aggiungo; e se tra le righe non si é capito lo affermo, metto l'istinto, o meglio é lui ad attivarsi prima della ragione!

E pensare e pesare significa anche quasi direttamente, diffidare, che non deve esser presa come una posizione a priori e senza appello, ma giusto il contrario; invertendo le parti, anche se sul momento e sullo slancio puo' seccarmi, rispetto e capisco chi diffida e mi chiede spiegazioni, nel caso di creazioni o progetti ai quali partecipo ed ho un qualche ruolo di guida. Merita ulteriori spiegazioni, ostacoli o barriere sono necessarie al che il processo creativo si scrosti di presunzione e assuma la dimensione ideale, dove istinto e ragione sono tutt'uno.

Quindi due più' due fa quattro, da entrambe le parti!

Diffidare della tecnologia poi, oggi come ieri non é ostracismo, ne crepuscolarismo, se ciò significa, attaccarsi a quello che si conosce senza accettare, per paura, la novità, ma semplice buon senso;ricordo a tutti quelli che sposano pienamente il progresso, e che si vantano della posizione raggiunta del nostro "primo mondo", che siamo causa principale di quello che molti pessimisti chiamano punto di non ritorno, in termini eco ambientali...quindi...

Allora é proprio rileggendo la frase in questione, affamati e folli, che gli allarmi già da tempo schiantati, si agitano un po' in più...

Sono certo della bontà dell'affermazione, esortazione in un contesto credo di studenti o simili, per appunto istigare alla ricerca, al rischio, tutto cose che condividevo per esteso in epoche lontane, quando erano i soli muscoli a dirigermi ed il cervello, parente stretto a seguire...epoche necessarie, per formarsi, tra bastonate metaforiche e reali, tra tragedie e commedie, tra il dire ed il fare...ed il mare.

Certo;

come la bontà del creatore della polvere da sparo, o dell'energia atomica, o dei cibi trasgenici, o dei pc, pocket tablet etc...tutte cose che sono create da geni, persone sopra la media, capaci di focalizzarsi su elementi ai più sconosciuti, passare delle notti insonni, e chissà quant'altro per poi, stupire il mondo, e fare quello che é nella nostra strana indole (rispetto agli altri animali che abitano questo pianeta), continuare a progredire o regredire, fare e disfare, e trattare il resto della truppa, gli altri coinquilini, come cavie o carne da macello, o da proteggere in zone protette;

sulla bontà non discuto, sono gli effetti che mi preoccupano;

dire ad un giovane figlio di buona famiglia, sostenuto e coccolato, che non significa viziato per forza, sii affamato e folle può avere tanti effetti soprattutto collaterali;

può accentuare quel senso di onnipotenza già tipico dell'età e che si respira nei circoli tecnici e creativi, ed io ne so qualcosina essendo la stessa una, se non la ragione che mi ha spinto "altrove"(luogo e non-luogo);

dire ciò ad una persona che la fame vera non l'ha mai sentita, e neanche la follia vera, che spesso ne consegue, può anche generare, ad azione compiuta, quel grido di gioia misto di eccitazione adrenalinica tipico di chi pratica hobby, di chi saltando da un aereo, o da un pendio innevato, magari con una di quelle telecamerine digitali, fatte apposta per raccontare le propri iliadi ed odisse su social net o in serate organizzate; oppure mettere una mente giovane e creativa al soldo del soldo, che é indirettamente o direttamente la conseguenza di una qualunque meta raggiunta o raggiungibile, in certi contesti, in certi ambiti;

penso che il rischio più grande di questa frase sia proprio la sua falsità;

é una frase che non vale, che non si direbbe mai a chi é affamato e folle veramente, che cerca di sbarcare il lunario anche nei modi più infimi ed illegali, proprio in quanto affamato e folle essendo la legge sazia e lucida...

senza contare quel lato animale, che creme e cremine celano ma che é sempre presente, nel lavoro come in amore, dove la fame é sinonimo di caccia e la follia, potrebbe anche essere il morte tua vita mea...


Dobbiamo smetterla di saltare a nostro piacimento tra gli istinti animali (che non é l”istinto”), e la freddezza dei calcoli, la rigidità delle leggi, la ricerca dell'ultra tecnologico, del disumano, nel vestire, nell'essere, nel comportarsi...urge coerenza


no, con tutto il rispetto, e per quello che ho imparato fino adesso, nel mio viaggio, nel mio andare per il mondo, dico:

siate attenti (imparate a pensare e scegliere da soli), siate lucidi (evitare ovviamente droghe o altri eccitanti...) qualunque siano le decisioni o le azioni, con coerenza e rispetto di quello che siete, di quello che avete imparato (che purtroppo non sarà mai il giusto o la sola verità, ma almeno vi appartiene ed é la vostra essenza);

e se proprio dovete (perché non si deve fare per forza o per fare soprattutto se significa inquinare),

provate a creare qualcosa che sia semplice ed accessibile, che no sia ne lusso ne gadget, in una parola sola utile che tanto non sarà mai indispensabile...almeno spero!

(sarebbe un accessorio per sopravvivere...)


altrimenti siate affamati, siate folli!

Il mondo é vostro!


27 agosto 2011

8360-Sogni di...

canzone consigliata per la lettura, Francesco de Gregori, l'infinito, da "Per brevità chiamato artista"

Sogni di merda

E' un idea, che nasce da una costatazione;

(lunga e lenta, come una sorta di indigestione storica...)

da piccolo, sono stato bombardato come tutti i bambini della mia generazione, da informazioni di vario tipo, oltre a quelle veicolate dalla mia famiglia, il mio entourage stretto;

informazioni del tipo, banalmente:

i cowboys, bianchi, i buoni gli indiani i pellerossa, i selvaggi, i cattivi; potrei anche aggiungere le pistoline i fucili, le botticelle, i soldatini, gli aerei da guerra, i carri armati...

cose che ancora adesso mi seducono o almeno tentano, in quanto appunto sogni, elementi vicinissimi all'immaginario, al subconscio, di merda, in quanto sbagliati, negativi, e neanche utili come la merda, intesa come defecamento, come concime a chiusura di un ciclo naturale;

sogni di merda, quelli che poi realizzo (penso ai mezzi di locomozione a motore che ancora conservo, ma che uso pochissimo), e vedo realizzarsi a molti miei coetanei, e che se superficialmente possono apparire il coronamento d'una lunga rincorsa, a conti fatti, sempre secondo questa mia personale ottica, sono l'apoteosi del fuori pista, della direzione sbagliata, addirittura opposta alla meta; quando vedo la felicità nel comprare la moto, oppure la macchina, se non la casa, o ultime novità tecnologiche, sono da un lato contento (quando ne colgo una felicità evidente), perché una persona felice a me non suscita invidia ma l'opposto, dall'altro triste;

magari sono troppo sensibile alla sofferenza attuale del nostro pianeta, ma non posso gioire quando qualcuno si é comprato la jeep stile mytoy, oppure la moto ultra sportiva, oppure estremamente classica, con le plastiche cromate come l'acciaio e l'elettronica nascosta sotto carterini e finti carburatori; andando anche contro un mio io bambino, vittima appunto di sogni di merda;

e neanche quando, sotto certi aspetti molto peggiore, questi sogni restano irrealizzati, e di fatto, sono I SOGNI;

ora non vorrei entrare nei sogni altrui come una sorta di freddy krueger, ci mancherebbe, ma in quanto artista, o almeno persona sensibile, ancora alla ricerca ed ancora nel dubbio, credo sia opportuno parlarne, necessario se non urgente;

una sorta di educazione o rieducazione a sognare sano, sognare autonomamente, naturalmente.

Sognare autonomamente...

...pensateci un attimo,

prima di fare una scelta QUALUNQUE, che sia in un supermercato, o dal concessionario o che ne so io, "sull'altare"..."il prodotto" che avete preso, l'avete preso veramente voi?(in ogni caso una cosa é certa alla cassa, non sarà qualcun altro a pagare!).

Sogni di merda, é diventata una tematica che provo a mettere in pratica quando per motivi professionali mi trovo a dover "creare"un nuovo bisogno, se non un "sogno";

provo innanzi tutto a fare il meno possibile, perché altissimo é il rischio di inquinare ed anche perché non mi piace fare per fare, ed ho la fortuna di non dover fare per forza;

Sogni di merda, é anche la vera ragione per cui, ad un certo punto del mio crescere, ho deciso di deviare, di lasciare la creazione di oggetti, il design, che per anni avevo seguito come ideale di impegno sociale, di tentativo di rendermi utile, verso altri territori, ancora in evoluzione;

Sogni di merda é quello che proverò ad evitare a mia figlia, ed a tutti i bimbi che mi sarà possibile di incontrare;

già, diventare padre, ed accorgersi che i veri sogni non sono le glorie o gli oggetti che ne conseguono, ne i soldi il potere...ma la condivisione d'un emozione, il piacere di una scoperta o riscoperta negli occhi nuovi, primitivi, arcaici e modernissimi dei bambini;

Parlare dei propri sogni allora, senza paure, senza psicologi, ne psicosi, riappropriarsi di uno spazio personale ed intimo e condividerlo; ma farlo il più possibile in live, dal vivo, senza pero' ignorare la potenza ed il potere della rete e dei social network;

Sogni di merda da trasformare in sogni e basta.

E da sognare insieme...

Poi rileggendomi,

il giorno dopo, con il famoso “senno del poi”, mi dico che il modo migliore per vincerli é viverli, realizzarli...ma solo virtualmente;

voglio dire che, se non si arriva ad immaginarlo, cosa umana ed accettabilissima, si potrebbe elaborare dei simulatori, che appunto riproduchino il sogno in questione e che ne sviscerino gli aspetti che all'occhio innamorato sfuggono, gli aspetti secondari, le conseguenze ed il prezzo che ne paga l'ambiente.

Una sorta di macchina dei sogni...

...ma é chiaro che noi viviamo già in una sorta di enorme macchina dei sogni, solo che non ne siamo coscienti, oppure siamo troppo sotto l'effetto, sotto narcosi...a maggior ragione allora una macchina reale dei sogni in cui tu entri ma sai che poi ne esci, può anche rimettere le cose al loro posto, se non per logica, per nausea...il modo migliore per smettere di fare una cosa (non troppo pericolosa o dal potere assuefacente, come alcool, droga...) é farla troppo, nausearsi, appunto;

Poi mi dico che questa macchina potrebbe essere la televisione, che mettendo in mostra i dietro le quinte, dribblando paillettes e trucchi, possa finalmente auto esorcizzarsi, se no autodistruggersi...

allora la sera, prima di andare a dormire, si ritornerebbe nei cortili, nei giardini o androni che siano, e si ritornerebbe a parlarsi dal vivo...ma questa é un'altra storia...

buonanotte e sogni d'oro! e non di...









24 giugno 2011

8360-364 giorni

canzone consigliata per la lettura, Francesco De Gregori, Sempre per sempre

Un anno fa.

Ore di trepidazione, quelle che si puo' vivere “solo” come passegero...

La notte prima.

Uno di quei momenti che ti tolgono quasi il respiro se solo ci pensi.

E nel mentre il pilota automatico, quello che forse ha suggerito la figura dell'angelo custode, la forza automatica, l'istinto di sopravvivenza, come lo si voglia chiamare, ti fa' passare le ore, come in immersione, in apnea.

Un anno fa meno un giorno.

Trecentosessantaquattro giorni..."solo"...e pure lontanissimi.

Perche' il tempo non e' impazzito, lo siamo noi.

Non vi capita di avere l'impressione d'aver perso qualcosa per strada...io mi ricordo quando ho cominciato ad avere questa sensazione...appena ho avuto il mio primo cellulare...se non sbaglio 1997.(ma questa e' un'altra storia)...

La mia vita ero io.

Malconcio, un ginocchio che fa le bizze ormai dai “miei primi” 16 anni, ma mai sbronzo, e sicuramente mio malgrado a volte stronzo.

La mia vita ero io...pur amando quel che resta della mia famiglia, anzi appunto, perche' essendo un amore distante, per scelta o per “dannazione”, e' proprio nell'esercizio del ricordo, e del contatto che rimane vivo, che si alimenta, e quindi “ioindispensabile...”.

Si, non solo fisicamente,

una compagna, l'amore vero, la passione, gli attriti i quasi addii, e dalle ceneri, la fenice, nuovo battito, l'amore...

Ma l'amore si sa' cosi' come viene cosi'...

(per i piu' giovani puo' sembrar cinismo, ma il tempo insegna che e' realismo)

(ma percepire la realta' non significa scegliere la soluzione piu' semplice per forza, potrebbe anche significare il contrario...voglio dire non c'e' peggio d'una lucida follia...)

E' che non ci avevo mai pensato;

...eppure chi mi conosce sa che potenziale d'immaginazione circola nei miei cromosomi.
Ma giuro, non ci avevo mai, neanche minimamente pensato!

Pensato che un giorno, un giorno prima, avessi potuto provare il senso del vuoto assoluto, dello stallo cosciente (per modo di dire...), che anch'io sarei stato li a trepidare (senza fumare) ed ovviamente in prima linea, a dare una mano (in senso metaforico) al ginecologo dando una mano reale, alla dolce Annina.

Quando si crede conoscere qualcuno, una, si dovrebbe ridiscuterne dopo un parto.

Poi il mistero della vita si manifesta nella sua totale potenza.

Quello che qualcuno che bazzica come me nel mondo della “creazione” e che si rende conto al massimo di aver fatto, della “ricreazione”.

La potenza...Lila.

Mia figlia.

Ora e' di la' che dorme tranquilla, tra poco e' il suo primo compleanno.

...non sono mai stato cosi' felice di organizzare una festa...

...non sono mai stato cosi' felice...

la mia felicita' e' la scoperta dell'acqua calda...

appunto.

Io non auguro a tutti di esser genitori, sarebbe banale.

Auguro di cuore che un “salto nel vuoto”, indispensabile e “fisicamente” necessario possa aprire nuovi orizzonti...una dimensione nuova.

Utilizzare la paura di vivere ed amare, per vivere...amando.


20 maggio 2011

8360-Tutto bene...anzi

canzone consigliata per la lettura, Led Zeppelin, No quarter, da album Mothership

E scrivo.

Ancora.

Meno rapidamente, non che lei la mente, non lo sia...rapida;

anzi (come avrebbe detto il grande Massimo Troisi)

E' che sono confuso, al limite quasi tramortito...Il clima, un caldo bello e strano, un Aprile come Giugno, (e Giugno come cosa?) e dueocchietti vispi e dolci, e rapidi, e bellissimi...piccola Lila, che comicia a dire Papapapapa!

Ed una sempre maggiore distanza, dalla follia giornaliera che anima una metropoli sull'orlo dell'abbisso come Bruxelles, con i suoi grotteschi problemi comunitari, con il suo folle traffico di pendolari, ognuno per se, macchina di societa' e fatti un po' in la'...

Anzi...

leggere notizie, provenienti, dal mondo, ancora radiazioni, zac, ancora alluvioni, zac, ancora bombardamenti intelligenti, zac, “Abbiamo ucciso Osama...” e folla da stadio ad esultare, zac...

Poi chissa' perche' mi sveglio di soprassalto!!!!...e' quel... “adesso ci dobbiamo aspettare reazioni, nuovi attentati...” che mi fa saltare come la peggiore delle suonerie di quelle isteriche sveglie di ferraglia che segnano le sette quando sono da poco passate le sei e un quarto...

Ma possibile?

Un blitz, un elicottero caduto da solo (?) e distrutto intenzionalmente (ma non abbastanza, immagino per difetto di costituzione robusta...), Obama ucciso da disarmato, ed il corpo gettato in mare (per evitare che la tomba possa attirare fenomeni di culto)...

Ma allora siamo veramente considerati piu' che numeri e masse, polli!!?

...con tutto il rispetto per loro, miserabili e stupidi polli d'allevamento in cui per ragioni gastronomiche il cervello dopo lunghe trasformazioni genetiche e' sostituito da gia' pronto pate'...

Anzi...

Si, e' vero per anni abbiamo creduto al potere della tecnologia, delle armi segrete, dei corpi speciali che possono tutto in qualunque momento e poi, zac, un manipolo di novelli piloti e martiri in nome delle vergini o forse confondo, fanno “meglio”dei piu' assurdi film catastrofici hollywoodiani...e scatenano, a loro insaputa (per buon senso lo immagino) invasioni di stati, bombardamenti preventivi e giusto per farci partecipare attivamente alla cosa, come se aver terrore di tutto e tutti non bastasse, essere risvoltati come calzini ad ogni viaggio, ad ogni check point, immancabile, e sotto controllo continuo...giusto dieci anni...

di non so quanti morti, in reazione (ho il difetto di avere una buona memoria in questi frangenti) a 3500ca poveri disgraziati morti un giorno bellissimo, azzurro terso e perso di settembre.

Il tutto viziato da un errore marchiano di fondo, quello di rispondere con eserciti a quello che dovrebbe essere competenza di polizie o al massimo corpi d'elite.

Gia'...(dieci anni dopo, meglio tardi che mai...a si adesso noi dobbiamo aspettarci reazioni...ma nel mentre esultiamo per questa bella vittoria, con bandiere striscioni e popcorn...thankyou U.s.a!!!)


Credo che avremmo “meritato” ascoltare Osama Bin Laden, in buona salute, senza alcun segno di maltrattamento, in un processo in modo visione, per sicuro guardonismo, ma anche, toh, come segno di societa' evoluta, che “insegna e da' l'esempio”...

Lila...ti penso fortemente adesso che dormi, e da quando sono padre anche gli altri piccoli, fragili e potenti, sono da proteggere, tutti, da rispettare, tutti...non uno di meno....

Sai, devi saperlo, io faro' l'impossibile, ma sei venuta, ed io ne sono ovviamente coresponsabile... in un mondo di matti...

zac


20/05/11

01 aprile 2011

8360-Sakura

canzone consigliata per la lettura, Francesco De Gregori, Buonanotte Fiorellino, da Rimmel

Devo essere sincero.

E' un po che vorrei scrivere.

Se non l'ho fatto, scrivere neanche immaginandomi di essere per forza, per conseguenza o per inerzia, letto, e' perché gli avvenimenti degli ultimi tempi mi hanno travolto.

Non ho paura di dirlo, sono facilmente travolgibile.

Da quando la piccola Lila e' nata, sono travolto dal ruolo di padre, dalla bellezza e dalla fragilità, che spesso sono legate, dalle gioie e dalle paure che ne conseguono, il senso di responsabilità, già.

Poi, i fatti di questi ultimi giorni, potenti, travolgenti...

Il Giappone, terra di contrasti estremi, l'ho vissuto tre mesi nel 2002, poco prima dei mondiali di calcio.

Ne conservo un ricordo fragile e potente.

Quelli erano anche anni dove ponevo l'attenzione su altre situazioni, su altri livelli, il livello sguardo, contatto, aggiungerei giustamente.

Ricordo la sorpresa di decine di persone a guardare tra gli alberi, i famosi ciliegi in fiore, il religioso silenzio, e sovrapporre quelle immagini che vivevo di persona, in live, con quelle che avevo visto per caso di un massacro di delfini o della caccia alla balena, passando ad alcune della guerra, i kamikaze, il senso cieco del dovere.

Cose che ho potuto confermare sul campo ed a cui avevo tratto una mia personale conclusione...non c'era cattiveria ne cinismo in quei giapponesi (i soldati, i pescatori, quelli che osservavano prendendo foto trofeo...) ma semplice e naturale conseguenza d'un modo di vivere.

Un "samurai" fa agli altri quello che farebbe a se stesso...sventrare...

In questa ottica, fisicamente bassa, terra terra, altezza occhi stando in piedi, la cosa, mi e' parsa coerente; oltretutto quando viaggio non ho preconcetti, lascio che i miei piedi o il caso mi porti ed osservo, osservo tanto.

Poi passano gli anni inevitabili il tempo che travolge tutto come uno tsunami.

Questo termine mi era vago, poi Sumatra ha dato un'idea più che chiara, più che evidente.

Mi dicevo poteva bastare avevo capito, avevamo capito.

Con la natura non si scherza.

Già.

Quando ho cominciato l'11 marzo scorso a guardare ancor prima che leggere le notizie, le immagini provenienti dal Giappone, quasi mi dicevo, e lo speravo che fossero zone sotto controllo.

Parlo del video dove si vede la grande onda andare verso la costa e d'infrangersi, e risalire.

Poi nuovi video che davano la misura della tragedia.

Pescherecci di diversi metri seguire le macchinine giapponesi come giocattoli minuscoli risucchiati da un lavandino.

Alle notizie iniziale dei morti, poche decine volevo ancora credere, altre immagini, troppe davano ben altre prospettive...quella del villaggio che si fa spostare e' il culmine, mi dico.

Poi l'allarme alla centrale di Fukushima...e già mancava la ciliegina!

Un misto di stupore ha lasciato il posto alla rabbia.

In questi anni le miei"visioni" sul mondo come adulto maturo, si sono evidentemente e fortunatamente evolute.

Come artista e come uomo, provo ancor prima di fare per fare a riflettere ho la fortuna magari anche conquistata ma pur sempre fortuna di poter scegliere, di avere uno spazio di riflessione e questo nonostante, ma sopratutto grazie alla mia nuova dimensione di padre.

Quando ho un dubbio sul da farsi penso a Lila, e le cose riprendono senso e ritrovo logiche.

Dovremmo tutti pensare ai nostri figli e se non si hanno ai bambini in generale.

La rabbia,

che una simil tragedia per quanto enorme e pur in parte prevedibile non dovesse assolutamente avere la coda, la "ciliegina" atomica.

Un popolo ordinato e ubbidiente come i Giapponesi non lo merita, oppure per assurdo si, e' quello che si rischia fidandosi ciecamente di chi comanda che, sia esso bianco giallo rosso o nero, (in questo non c'è etnia che tenga) quando può decidere tra l'umano ed il soldo, non esita mai...

Sbagliare e' umano...dovremmo restare su questo proverbio sempre.

Evitare di mettersi in condizione di non avere diritto all'errore.

Questa dovrebbe essere una regola universale, consolidata dalla storia, che fino a prova contraria

pesa come un macigno.

Da adesso, quando si vende un apparecchio elettrico che richiede una certa energia, facendo attenzione che la stessa sia la più economica possibile, bisognerebbe aggiungere anche una domanda...vi serve veramente?

Lo so che c'è tutto un processo d'istigazione al consumo, lo so che non di ieri ma da decenni la cosa ci e' propinata, e che il nucleare e' la sola energia quasi illimitata che possediamo...ma la domanda estremamente seria e semplice, la ripeto...

ci serve veramente?

Almeno, siamo coscienti dei rischi che corriamo?

Possibile che l'unico modo per aprire gli occhi, sperando che restino tali il più a lungo possibile, e' di fronte a tragedie come questa del Giappone in parte evitabili?

"...buonanotte, questa notte e' per te..."