30 gennaio 2006

8360-r80/7










R80/7
Due cilindri boxer
797 cc.
26 anni portati con dignità, ma giusto delle cifre.
Molto più veramente,
un “sogno meccanico”- metallorotolante…
con una sua storia, fatta di “rispetto della legge”

(o tentativo almeno),
di tutela “verso”(è un ex police).
Ma anche queste “solo” parole…
allora qualche foto ed impressione a caldo…
un trattore, che gira come un orologio
una meccanica dove il filo logico è il centro
una moto che è un motore…
lo so, se ne potrebbe discutere per ore…
per me la moto è un cavallo meccanico;
e non per un turistello della domenica,
non per farsi vedere al bar,
da ragazzette e fanciullone varie.
Neanche per sfidare altri centauri ai semafori,
come un nuovo palio della “mazza”.
E’ un mezzo di ricerca.
Un modo per schivare il traffico dell'umana stupidità
e cercare i "fuori pista"*,
portandosi
con qualche “attrezzo personale”.


Una sorta di guerriero** solitario più Don Chisciotte
che Rambo (anzi sicuramente).


E perché questo legame sia solido e sincero ed il viaggio "sicuro",
bisogna conoscersi, ed io, sinceramente

le ultime cybermoto non le capisco(anche nel prezzo!),
non parlano nessuno dei miei "tentativi d’idiomi",
e prodotti d'un progresso invasivo,
mi farebbero vestire come non sono,
portandomi più veloce di quello che mi occorre per capire,
sentire.
E se pure fosse, dovrei poterle riparare qualora…
ma come si sa ogni trionfo di elettronica
vorrebbe sempre il tecnico della nasa nel taschino…

io sono ferro e acciaio, il cognome che mi porto…

al massimo alluminio…
il carbonio con carbonchio annesso
lo lascio tranquillamente a chi vuole o deve…
battere qualche record della minchia!

E poi, come a sottolineare il tutto, la mia,
è piuttosto un mulo meccanico, tedesco per giunta

animale che di gran lunga preferisco al purosangue
schizzinoso e nervoso
spesso arrogante estensione del suo proprietario
masculofemmena che sia…

*Che non significano quei raid africani dove decine di esaltati in tute fluo si rincorrono nelle dune
invece di zappare la terra.
**Guerriero per combattere i luoghi comuni, la banalizzazione,
la stereotipizzazione, la TELEVISIONE!



25 gennaio 2006

8360-nero

canzone consigliata per la lettura, Dr.John, Cabbage Head, da
"Goin'Back to New Orleans"

Stranamente arrabbiato
feroce finanche
Qualcosa che senza capire mette tensione
Perch'io che nella notte abito solo
perch'io
percome…perché per te perdersi per ritrovarsi
dannazione e creazione
la poetica della distruzione
e la gente che non vorresti si manifesta come amicizia
ma falli crepare
lasciali morire sommersi dalla loro stessa merda
certo potreste farle in parole diverse le stesse emozioni
balle
e le ho visto volare come in un cielo terso i gabbiani
pensare nuoce
pensavo che
potevo volare oltre
…li avrei visti
come caccole
d’un qualche furtivo gesto.
capiscimi senza parole ne accenti
a modo tuo prendendoti il tempo d’un respiro;
la linea si crea come l’orizzonte
a dismisura
potresti contare mille passi
e raggiungerla solo dopo esser caduto
potere dell’assurdo
potevo-potendo
povero illuso
ridere delle proprie pene
l’unico lusso gratuito
di chi senti
di chi ignori che senta
tengo freddo
tango nudo sul ghiaccio d’una grande pisciata
le poche parole che,
e te le ho dette tanto tempo fa
quando ancora non ti conoscevo
e rincorrevo le onde al tramonto
solo per avere l’impressione d’essere
un transatlantico
di quelli a vapore
che vanno per ore
ed ore
che vanno lontano


senza rumore


20 gennaio 2006

8360-La risposta che non ho dato

Caro F. (conoscente sconosciuto ma non abbastanza, che in quanto originale ed “artistoide” decide di scegliere L’Africa come viaggio “decongestionante ed esotico”e invia regolarmente le sue impressioni dal posto...e mi domando come fa se lo scenario che prospetta è piuttosto tribale!),

ricevo le tue mail ed ho smesso di leggerle;
primo perché non amo la tua maniera faziosa di scriverle...secondo...te lo spiego in questo pensiero...tu sai perché non sono ancora andato in Africa Centrale?(va fatta una distinzione perché sono stato in Tunisia ed Egitto che sono comunque Africa, o no?).

Perché sento che è un viaggio a senso unico.

Non ritornerei più in Europa.

Ci andrei senza macchina fotografica digitale, senza indirizzo e-mail, senza cremina per le zanzare o pasticche per la malaria.
Senza aver prenotato via web, alla "casa dello straniero", senza cercare gli ippopotami per forza ne il leone che si staglia all'orizzonte.
Non entrerei nelle case della gente per capire come vivono, ne cercherei di aiutarli...e fondamentalmente sai perché?

Perché io non ho niente da insegnare a loro.
L'unica cosa che posso dirgli è di starsene lì.

Poi mi dici che rientri per le feste e non sai cosa farai?

Te lo dico io,
mangerai come un piccolo maialino a casa di mamma e papà e quando incontrerai i tuoi amici gli mostrerai il cappellino o il braccialetto comprato in Senegal
(che magari è lo stesso identico che ti vendono al volo nei metrò di mezza Europa)
dicendo che hai lasciato il cuore là e che devi "assolutamente" ritornarci...

con amicizia
(che è sopratutto dirsi quello che si pensa veraMENTE)

17 gennaio 2006

8360-14

ti regalo un pappagallo...anzi no!
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/01_Gennaio/17/pappagallo.shtml

8360-13

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/scienza_e_tecnologia/lovelock/lovelock/lovelock.html*

*La notizia che non vorrei mai commentare.

Quella che una parte di me, mantenendomi come distaccato dalla realtà, incitandomi a cogliere l'attimo prima, stesso, e dopo, sembra conoscere da tempo.

Eppure oggi ho provato una forte emozione, rivedendo, sfiorando le piante che abbiamo preso a Bruges, dagli zii di Eva.

"Una forma di vita silenziosa e pacifica, saggia come la storia del mondo...la teniamo ovunque attorno, e non accorgendocene, non rispettandola, la distruggiamo."

Il vero male, il cattivo dei cattivi, è sempre stato l'ignorante.

16 gennaio 2006

8360-motofonz

Una chiave da inserire al lato sinistro
d'una coppa metallica nera, che ha per faccia un vetro convesso e trasparente...
un giro, che piccole luci, due rosse ed una verde,
si accendono;
cercare con il pollice destro un bottone sporgente
premerlo, e...
v a i
(il bicilindrico boxer si anima in un borbottio che ha più dell'orologio che del motore)
e poi, qualcuno strapenserà che sono nostalgico,
lo pensi lo creda pura, c.s.(!)
ma a me mi, si a me mi piace pensarla così!














Inchiostro di china, acquerelli, pastelli.8Produzione 2006

11 gennaio 2006

8360-12

canzone consigliata per la lettura, T.Monk, Well you needn't

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/01_Gennaio/10/mummi.shtml

Strana notizia..?
Sopratutto se si pensa o conferma un pensiero sulla televisione.
io che ho anche provato a farla...
eppure coincide con una mia ricerca o fuoriuscita di segni...
proprioggi scrivevo...



09 gennaio 2006

8360-eversivo/1





*














L’albero ribelle

La Natura non è quello che vogliamo...
semplicemente perché è, esiste benissimo, anche senza di “noi”.

Il nostro “volerla organizzare” è una posizione presa,
al limite conquistata,
ma comunque innegabilmente “viziata di fondo”.

L’albero ribelle allora,
non è solo il simbolo d’una lotta contro l’oppressione,
è una bandiera, più forte di quelle di pezza...
volendo essere estremisti,
un totem

un ramo trovato, ripiantato fuori logica umana*
(senza alcun incarico “paesaggista”),

potrebbe far riflettere più che disturbare...
(ma l’idea sarebbe piantarlo sul percorso)**



**

08 gennaio 2006

8360-parole da trovare

innocenza...immaginazione
...
parole che “possono”
come un colpo di cannone o un bel calcio nel sedere...
parole magiche potere delle parole che se solo seguissero azioni...
le ho trovate così, leggendo un'artista per caso che è stato Robert Filliou.

hanno avuto uno strano effetto...
...ho resistito il freddo del mio garage atelier fino alle 24.00(dalle 21.00)
ho cominciato a trovare nuove funzioni dello spazio che da angusto o troppo pieno si è cominciato a "rivelare".

Già...il troppo pieno...che per dirla in breve può ricreare in arte quella spiacevole sensazione d'aver "mangiato troppo"!

MeaCulpa

...e mi sembra di veder tutto più chiaro...

io che ho sempre cercato il senso o un senso di quella missione da compiere
senso banale d’una vita...


06 gennaio 2006

8360-11

Un pensiero
forte
potente
per 12 uomini* morti nel ventre della terra ancor'oggi,
umili vittime,
sacrificio "necessario" per alimentare
"una società votata al consumo"**...

che nella certezza della tragedia, uniti dalla sorte e dalla disgrazia
trovano ancora il tempo di scrivere ad i loro cari, e figli...
"di non preoccuparsi...di essersi solo addormentati"

loro si riaddormentano e si risveglia il sogno

che l'uomo, il giorno che sarà "chiamato",
lo faccia da vivo!


*http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/01_Gennaio/05/west.shtml
**e che ipocritamente nominerà a giusto merito, EROI




05 gennaio 2006

8360-cuorisolitari


"Alzi la mano chi non ha mai piazzato un annuncio del genere o non ha almeno dato un'occhiata alle inserzioni dei cuori solitari su un giornale o su Internet", conclude il Times.

Io (non parlo... tuono!)
e subito dopo farei ricadere pesantemente la mia mano come la zampa di un gatto gigante, che faccia "abballare" tutti i "topolini digitali"!

Non ho mai di che annoiarmi sul net, anzi il rischio è rimanerci incollati ma ci sono rimedi efficaci...poi mi è chiaro che lo faccio finalizzandolo ed è inutile ripetermi.
Cerco spunti di riflessione e questo, mi crea una reazione Tsunamica...

Cercare la propria anima gemella sul net?
Perché cosi ci si apre meglio, si può rispettando la privacy scoprirsi o giocare a farlo..?
Perché il tempo non c'è di incrociare una persona reale, i pensieri e le paure tante, poi con l'ipod nelle orecchie mica è facile...

*"L'inter-attività offerta da Internet è senz'altro un fattore, perché consente a chiunque, seduto comodamente a casa propria, di vedere in faccia il potenziale partner e di imparare tutto quello che è possibile imparare sul suo conto, mantenendo un'assoluta privacy, mentre ci vuole più determinazione e coraggio a entrare in un'agenzia matrimoniale e compilare un questionario", dice Chris Simpson, direttore di Telecom Express, il network che riunisce vari servizi per "cuori solitari"

Cosa significa, che si vuole un amore comodo, di cui si conosce tutto e che per conquistarlo non ci vuole coraggio e determinazione?

Un'altra ragione, spiega Richard Giordano, sociologo del Birbeck College alla University of London, è che i vecchi circuiti tradizionali per incontrare coetanei e conoscere l'uomo o la donna giusti non esistono più: "Una volta c'erano la famiglia allargata, la chiesa, il club dopolavoristico, la mensa aziendale, il pub. Oggi la gente lavora di più e più in fretta, sicché il tipico single, uscito dall'ufficio, finisce da solo a casa con una birra in mano e un film in dvd da guardare. Ecco allora che Internet allarga gli orizzonti, permettendo di conoscere rapidamente un enorme numero di persone, selezionando quelle che sembrano fatte apposta per noi".

"sembrano fatte apposta per noi"?

Che diavolo di società stiamo diventando?

Dei molli inermi e spaventati della propria ombra, che per accomplire una logica, che per fortuna rimane ancora magari unica ultima reticenza animale, di coesistenza, ricorriamo ai sistemi ed i metodi che ci rimangono o che sono frutti del divenire?
Questo è il risultato del bombardamento pubblicitario-mediatico-magnetico a cui ci stiamo (tutti noi vittime e carnefici) sottoponendo negli ultimi anni?

Il rincoglionimento ad oltranza?

Se questa è la realtà non subito certamente, ma per selezione naturale, i figli dei figli di queste unioni, un giorno moriranno (se per tempo non hanno inventato delle macchine autosostantive) perché il cuore avrà "paura di battere" o che battendo possa infastidire il polmone, che a sua volta ha dei seri dubbi sul se val la pena respirare un aria malsana...

Ma io credo...

e credere non è un concetto religioso, ma sacro.

Io credo che in coscienza, energia e coraggio, si possa cavalcare tutto...
per prime le paure, e via a discorrere, e non ultima questa realtà tecnologica che ci frastorna, o che tenta di farlo.
Se io con queste mie, insinuo un dubbio già mi sentirei contento, perché questa è l'unica soluzione...dubitare come forma di analisi, di necessaria riflessione, pagando nell'immediato con la perdita di facili consensi, amicizie e nel caso specifico amori. Questo distacco-discrosto necessario, doloroso spesso, come quello di una piaga o una crosta da ferita. è l'unico modo per rinascere-ritrovarsi-rivivere.

Se questo* è l'unico modo che rimane per conoscere qualcuno, cioè nel proprio muoversi fisico non si incrocia nessuno a cui ci si potrebbe relazionare o tentare di farlo, allora (anche se sarebbe una situazione oggettivamente grave!) "di necessità virtù"...ma se il ricorre a queste "pratiche" è una soluzione comoda per non mettersi in discussione imbarazzo emozione, allora il problema può solo, in quanto non affrontato e risolto, aumentare, ed in quanto coppia raddoppiare!

Il rischio, e di quanto val la pena correrlo sta tutto in una frase d'una canzone dell'ultimo Battisti che mi sono ripetuto e mi ha aiutato nei momenti difficili...

"si sopravvive a tutto per innamorarsi"


*http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/esteri/singlll/singlll/singlll.html

04 gennaio 2006

8360-Jesce Sole

Jesce Sole*...
di getto così
senza preavvisi
via le nuvole i fumi il resto
scaccia le ombre diffuse
rendile linee
crea volumi definiti
assorbi sbadigli
crea disturbi ottici
rendici piccoli

come sempre
schiavi
ti rivereremo



**
**veduta belga sconquassata dal sole!

03 gennaio 2006

8360-incontro








Grazie per la gentilezza.

Dovrei dirti o spiegarti il perché o il percome è nata questa idea di 8a360 (otto/io a 360°)?
Forse la risposta più vera e sintetica sta nel sotto titolo "tentativo d'esistenza-resistenza e riflessione nel net"...con la speranza di dare nuovi sguardi, spunti idee.

Oppure senza "menarsela troppo", "le carnet de voyage" d'un viaggiattore* nello spazio che trova e per il tempo che gli è dato vivere...

Secondo un vecchio proverbio arabo la differenza tra un turista ed il viaggiatore è che il primo passa e se ne và, il secondo può decidere di restare...

Come ti ho detto al telefono accetto largamente impressioni, reazioni, sicuro di scalfire in questo modo quel muro, di diffidenza, "paura incoraggiata"(miglior metodo per giustificare le guerre preventive), che si è innalzato..."dalla vita di cortile, piazza, alla webcam..."


"quando ho preso coscienza**, passando l'adolescenza, ho definito la nostra epoca "l'era preservativa" nella metafora, e nello specifico pensando a quel "palloncino" colorato che i francesi chiamano "capote", che nell’atto più "umano" che conosciamo, ci separa irrimediabilmente, paradossalmente (ed in alcuni casi fortunatamente) di qualche micron..."

*che riesce nonostante un tentativo di fluidicare ad interagire...
**anche se qualcuno dice che devo ancora mettere la testa a posto!(gli risponderò presto...)

8a360-Europa

Se dovessi scrivere qualcosa sull’Europa...
non mi sentirei di fare una cosa eccezionale...tanto è diffuso e di moda...
e se volessimo vederela come un sogno-utopia, allora io non smetto un istante di farlo!


Ho solo una forte sensazione che la realtà che ci vogliono far (o vogliamo) credere, non esiste!

Esistono delle nazioni che sono sempre loro con le loro culture, le loro abitudini ed al limite leggi, che hanno i loro bravi inservienti che alla parola Europa, evocata per semplificare qualche pratica burocratica, alzano allo stesso modo le mani e dicono di non capirci niente.

Per assurdo, e magari è stato quello proprio il fine, oggi l’unica Europa che percepisco è l’euro.

Vivo da un po’ Bruxelles, che dovrebbe esserne la capitale...
eppure non mi riconosco “europeo”, riconosco gli italiani da alcune attitudini, i francesi da altre, e così via;

ma gli europei sinceramente no.
(M a c h i s o n o g l i E u r o p e i?)

Qui poi, con la neanche tanto sottile “guerra fredda” tra i fiamminghi (che parlano l’olandese) ed valloni (il francese) si rasenta il paradosso...(mi sento molto meno straniero in Belgio che altrove, perché ho la sensazione che tutti sono “estranei”, tanto da farmi credere d’aver trovato il non luogo per eccellenza!).

Analizzando il concetto filosoficamente poi,
perché dovrei considerare più straniero (nel momento che non parla la mia lingua o una che conosco) un africano o un asiatico, quando poi, non esiste una graduatoria dello sconosciuto!
(facendo finta di ignorare le religioni...) ;
non credo ci sia, alla base, tutta questa voglia di conoscersi, piuttosto far buon viso e cattivo gioco, forzando a limite la coesistenza, perché di fronte ad un male-pericolo maggiore.

Una barricata contro le masse di gente, sopratutto dall’Africa, che spinte dalla disperazione o dalle immagini “luccicanti” che gli inviamo, sempre maggiormente cercano di condividerle, di coesistere, di raggiungerci.

Se dovessi sponsorizzare promuovere qualcosa, sarebbe il Mondo in quanto pianeta, e non l’Europa che percepisco in proporzione (ma posso anche stare largamente nel torto, ripeto è una mia personalissima impressione) come una sorta di “associazione di quartiere”; ma per restare propositivo ed operativo, proporrei una ricerca delle bruttezze dell’Europa, provando ad equilibrare l’immagine spesso edulcorata dei media e dei pubblicitari.

Questo iperrealismo, e basterebbe poco (basta farsi un giro nelle periferie di tutte le grandi città europee) potrebbe fungere finanche da deterrente alle invasioni dei clandestini (e non lo dico per me ma per il loro bene), ed a noi Europei, darci una mossa, o meglio un calcio nel sedere per farci svegliare,
e magari finalmente spingerci, superando paure e diffidenze, a conoscere veramente!


01 gennaio 2006

8a360-2006/2

canzone consigliata per la lettura, The Doors, "The End"

Quando ero piccolo,
subivo, è proprio il caso di dire, il fascino della guerra.

Ero, sotto un certo aspetto, un futurista, ammaliato dalla bellezza (che è sicuramente soggettiva) delle armi, o almeno dall’energia (questa credo sia indiscutibile) che “sprigionavano” sopratutto aerei, ma anche mezzi su ruote e cingoli.

Non era assolutamente il senso della morte, il sadismo che può generare, o in generale quello del potere che si cela dietro tutto!

Questo l’ho capito ovviamente crescendo...ho preso largamente le distanze nel momento che ho smesso di vedere films che ne esaltavano la bellezza romantica ed ho cominciato ha vedere documentari o documenti in generale sulla 2° guerra mondiale, ed ai tempi di Parigi (93-96) attraverso i video del “Centre Pompidou” sulle guerre in america latina.
Ciononostante è rimasta una certa ammirazione per quelle "macchine ingegnose" (pur se concepite per ledere), che addirittura con “le armi della poesia”, per assurda omeopatia (o estremo tentativo di riconciliazione), potrebbero diventare simboli di pace...
Come?
Con le due foto che vi mostro, il pezzo è “una sorta di Tank, ma anche “cannone sparacuori”*,
che si rileva esser "ben altro" e molto più umano**...

Che questo centauro cingolato, possa nel suo evolvere**, essere come “giocattolo teatrale”, il mio augurio per una “WarFuck”*** piuttosto che l’inverso...

* **

***è il nome che ho scelto, le dim.27x15x27cm c.a
Proposte o info, nei commenti.