03 gennaio 2006

8a360-Europa

Se dovessi scrivere qualcosa sull’Europa...
non mi sentirei di fare una cosa eccezionale...tanto è diffuso e di moda...
e se volessimo vederela come un sogno-utopia, allora io non smetto un istante di farlo!


Ho solo una forte sensazione che la realtà che ci vogliono far (o vogliamo) credere, non esiste!

Esistono delle nazioni che sono sempre loro con le loro culture, le loro abitudini ed al limite leggi, che hanno i loro bravi inservienti che alla parola Europa, evocata per semplificare qualche pratica burocratica, alzano allo stesso modo le mani e dicono di non capirci niente.

Per assurdo, e magari è stato quello proprio il fine, oggi l’unica Europa che percepisco è l’euro.

Vivo da un po’ Bruxelles, che dovrebbe esserne la capitale...
eppure non mi riconosco “europeo”, riconosco gli italiani da alcune attitudini, i francesi da altre, e così via;

ma gli europei sinceramente no.
(M a c h i s o n o g l i E u r o p e i?)

Qui poi, con la neanche tanto sottile “guerra fredda” tra i fiamminghi (che parlano l’olandese) ed valloni (il francese) si rasenta il paradosso...(mi sento molto meno straniero in Belgio che altrove, perché ho la sensazione che tutti sono “estranei”, tanto da farmi credere d’aver trovato il non luogo per eccellenza!).

Analizzando il concetto filosoficamente poi,
perché dovrei considerare più straniero (nel momento che non parla la mia lingua o una che conosco) un africano o un asiatico, quando poi, non esiste una graduatoria dello sconosciuto!
(facendo finta di ignorare le religioni...) ;
non credo ci sia, alla base, tutta questa voglia di conoscersi, piuttosto far buon viso e cattivo gioco, forzando a limite la coesistenza, perché di fronte ad un male-pericolo maggiore.

Una barricata contro le masse di gente, sopratutto dall’Africa, che spinte dalla disperazione o dalle immagini “luccicanti” che gli inviamo, sempre maggiormente cercano di condividerle, di coesistere, di raggiungerci.

Se dovessi sponsorizzare promuovere qualcosa, sarebbe il Mondo in quanto pianeta, e non l’Europa che percepisco in proporzione (ma posso anche stare largamente nel torto, ripeto è una mia personalissima impressione) come una sorta di “associazione di quartiere”; ma per restare propositivo ed operativo, proporrei una ricerca delle bruttezze dell’Europa, provando ad equilibrare l’immagine spesso edulcorata dei media e dei pubblicitari.

Questo iperrealismo, e basterebbe poco (basta farsi un giro nelle periferie di tutte le grandi città europee) potrebbe fungere finanche da deterrente alle invasioni dei clandestini (e non lo dico per me ma per il loro bene), ed a noi Europei, darci una mossa, o meglio un calcio nel sedere per farci svegliare,
e magari finalmente spingerci, superando paure e diffidenze, a conoscere veramente!


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