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Stavo quasi per aggiungere altre foto al mio motoracconto.(lo farò poi…)
Che come mia abitudine ho fatto zapping web sulle ultime news e sono stato colpito dalle ultime immagine del Che, prima vivo poi morto.http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/06/che.shtml
Sono stato “colpito”, ho quasi sentito l’odore della polvere misto al sudore, mi è sembrato di sentire il rantolo successivo ai colpi di mitra, quasi fosse un suo eco.
Ed il silenzio che il corpo di un guerriero merita mentre la sua anima cerca di conquistare il cielo.
Il coraggio di cercare di illuminare, una vita, una via…prendere posizioni, provare a cambiare un corso in un sorso…
Ernesto, io non ti conosco abbastanza, non so bene cosa hai fatto, se nelle tue guerre hai sempre cercato prima le armi della poesia del dialogo e poi, ripeto e spero, solo poi quelle della guerra, della fottuta banale semplicistica, monotona assassina, guerra.
Sono certo che non stai con l’anima in quelle immagini-logo d’un diffuso senso di sfida e libertà, che compri sulle bancarelle di tutto il mondo, dove guardi verso un dove lontano con il basco e la stella rossa.
Non so dove stai adesso, se nel paradiso dei guerrilleros, e da lì puoi vedere quello dei cattolici, prenderti un the alla menta in quello degli islamici e farti un bagno rigenerante ai piedi del grande Buddha.
Non so se quello che hai fatto in vita, qui, oltre a darti una fama spesso troppo qualunquista, sia quello che volevi di morire nella “giusta guerra”…penso e spero di si.
Perché ho provato qualcosa di forte, un energia “simile” che sento che porto che alimento…e ti rispetto come un fratello…cercherò anch’io la mia giusta guerra, e come tale cercata-accettata, anche tutte le conseguenze…
chissà che alla fine non ci si ritrovi tutti, in quello paradiso purgatorio inferno che sia, di tutti i guerrieri sognatori, utopisti…
Come luci nella bruma.
canzone consigliata per la lettura, K.Jarrett, Part 2c, da The Koln Concert
Caro Mauro,(http://www.rivistapaginazero.net/)il tempo scorre veloce ed io pur lasciandolo fare, e ci mancherebbe, continuo come in una sorta di "testardia mula", a viverlo, abitarlo, a "modo mio".Di fatto sono una minoranza, anzi uno.(e per il "gruppo" magari "zero")Concetto filante come un proiettile tracciante..."Credo che l'unico spazio lecito, sia l'anfratto."Il punto dove si crea la turbolenza in aereonautica o il vortice in nautica.Quel punto può servire d'incontro...come bivacco ristoro prima di riprendere "il viaggio".E' questa l'immagine che ho sempre più forte, della realtà europea.(Vivo da un pò a Bruxelles, senza avere alcun viatico o canovaccio, e credo di essere imparziale e sensibile osservatore).Le frontiere ci saranno sempre.Non è un monito ne una maledizione;è giusto il senso del limite, umano.Bisogna convivere con le diffidenze e le paure, essere sempre vigili sulla propria frontiera, che è il vestirsi-presentarsi-esprimersi e la conoscenza prima ed il rispetto poi, delle leggi che saranno ovunque ci muoveremo in questo mondo.E non c'è niente di più bello, liricamente parlando, di passare-superare-scavalcarla una frontiera...quel sorriso che potrebbe provocare,stretto-sofferto-ironico che sia,è la libertà conquistata. Raccontarla, filmarla, enfatizzarla, il senso dell'arte?A presto